La Legge 194 e il documento del Comitato di Bioetica sono due documenti da leggere e su cui riflettere.
Il documento del Comitato di Bioetica
Il documento del Comitato di Bioetica "Identità e statuto dell'embrione umano" è un bell'excursus sulle differenti posizioni riguardanti l'identità dell'embrione umano. Pur nelle diversità di vedute, che sono ben evidenziate nel testo e nelle postille successive, il Comitato all'unanimità conclude con queste parole:
Il Comitato è pervenuto unanimemente a riconoscere il dovere morale di trattare l’embrione umano, sin dalla fecondazione, secondo i criteri di rispetto e tutela che si devono adottare nei confronti degli individui umani a cui si attribuisce comunemente la caratteristica di persone, e ciò a prescindere dal fatto che all’embrione venga attribuita sin dall’inizio con certezza la caratteristica di persona nel suo senso tecnicamente filosofico, oppure che tale caratteristica sia ritenuta attribuibile soltanto con un elevato grado di plausibilità, oppure che si preferisca non utilizzare il concetto tecnico di persona e riferirsi soltanto a quell’appartenenza alla specie umana che non può essere contestata all’embrione sin dai primi istanti e non subisce alterazioni durante il suo successivo sviluppo.
La legge 194
La legge 194/78 Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza è la legge che permette in determinati casi e tempi l'interruzione volontaria della gravidanza, pur avendo inserito nel primo paragrafo:
Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile,
riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
Ci preme sottolineare, oltre alla palese incoerenza tra la tutela umana dal suo inizio e la sua soppressione tramite aborto, anche l'Articolo 2 della legge 194, poco conosciuto e molte volte disatteso:
I consultori familiari istituiti dalla legge 29 luglio 1975, n.
405, fermo restando quanto stabilito dalla stessa legge, assistono la
donna in stato di gravidanza:
a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla
legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e
assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel
territorio;
b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto
delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;
c) attuando direttamente o proponendo all'ente locale competente
o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi,
quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i
quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera
a);
d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la
donna all'interruzione della gravidanza.
I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni
possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della
collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di
associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la
maternità difficile dopo la nascita.
Invitiamo tutti e tutte a leggere i due documenti: la Legge 194 e il documento del Comitato di Bioetica e poi a riflettere assieme su come la nostra società possa prendersi cura della donna e del bambino nella loro diade unica e irripetibile. Oltre ogni ideologia, come possiamo contribuire a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza?